La brutale normalità dell’emergenza di un governo pericoloso
La Rete dei Comunisti
Di Decreto in Decreto il governo Berlusconi sta concretizzando una ragnatela legislativa e normativa la quale, passo dopo passo, sta prosciugando ciò che ancora residua delle libertà politiche e sociali vigenti.
Il Decreto Sicurezza, il Decreto Rifiuti in Campania, il cosiddetto Lodo Schifani e la dichiarazione dello Stato di Emergenza inerente ad una presunta emergenza immigrazione sono le tappe di una escalation autoritaria ed antidemocratica la quale sta segnando pesantemente la vicenda politica di questo paese. Se, poi, a questi provvedimenti sommiamo i severi strali di Brunetta contro i fannulloni nella Pubblica Amministrazione, le astute boutade di Sacconi che minaccia di aumentare l’età pensionabile e gli annunci di tagli previsti nella prossima Legge Finanziaria possiamo, senza timore di esagerare, affermare che siamo di fronte ad una vero e proprio assalto antipopolare a tutto campo condotto dalla compagine governativa del Cavaliere.
Già nei giorni delle barricate nella periferia napoletana (Chiaiano) evidenziavamo che la lotta di questa comunità esprimeva un portato generale per le questioni politiche che richiamava e per l’atteggiamento militare assunto da Berlusconi. Nell’area metropolitana napoletana si è palesato, nelle settimane scorse, un modello di gestione delle contraddizioni sociali e del conflitto che è andato ben oltre il dato locale prefigurando una modalità di azione di governo, che si sta dispiegando a macchia d’olio in tutto il paese, lungo tutto l’arco delle problematiche sociali.
La necessità di una opposizione a questo immanente rullo compressore non può essere affidata al Partito Democratico, in tutte le sue possibili varianti, al Di Pietro di turno, né agli stanchi residui della “sinistra radicale” ma abbisogna di un cambio di marcia politico, culturale ed organizzativo, che faccia tesoro delle esperienze del recente passato quando, molte delle energie che pure si erano mobilitate contro Berlusconi e le destre, sono state depotenziate e mortificate in nome della governabilità a tutti i costi e della logica (capitalistica) fondata su una indispensabile gestione bipartizan.
L’Autunno che si approssima dovrà esplicitare una nuova consapevolezza di lotta e di organizzazione fondata – finalmente - sull’autonomia e sull’indipendenza. Non sono possibili fantomatiche riedizioni di nuovi caravanserragli antiberlusconiani. L’incidere del corso della crisi e il consumarsi pratico di una “sinistra” che ha fatto della subalternità ai poteri forti del capitale, nostrano ed europeo, il suo tratto fondativo e distintivo ci segnala l’importanza di un lavoro, articolato e capillare, di ricostruzione di un blocco sociale anticapitalista adeguato ai compiti della nuova soglia del conflitto.
L’annunciato Sciopero Generale per il prossimo 17 Ottobre, indetto unitariamente dalle organizzazioni del Sindacalismo di Base, è un appuntamento significativo a cui tendere per affermare, nelle piazze e nei posti di lavoro, un deciso stop all’insieme dei provvedimenti di Berlusconi e costruire una rinnovata prospettiva oltre la catastrofe politica ed elettorale della “sinistra”. In tale crogiolo, e non fuori da esso, può agire una moderna opzione comunista che vuole svolgere una funzione politica avanzata e non limitarsi a vuoti riti politicisti e nostalgici.
27/7/08